Al mittente



 Oggi vorrei chiamarti. Oggi mi manchi.

 Oggi mi manca la tua voce strana, la tua testa pelata, quelle tue mani perfette, più che bellissime, mi mancano i tuoi occhi da bambino, i tuoi denti sempre più bianchi dei miei, mi manca toccare la tua barba morbida che avevi smesso di tagliare per me. Oggi mi manchi tutto, nel bene e nel male. 

Vorrei chiamarti e dirti parole d’amore, quelle più belle, quelle che non ho mai detto e neanche mai scritto a nessuno. Mi tornano alla mente le parole d’amore della nonna…”come stai, cosa ti va di mangiare?”, la nonna curava tutto con il cibo, forse era una maga e l’ho capito troppo tardi. 

Per settimane ti ho fatto i passatelli, il tuo piatto preferito, ma tu non sei apparso.

 “Facciamo una magia, io ti penso, e tu appari”, non funziona più. C’è ancora l’uovo di Pasqua in cucina, neanche  la cioccolata ha funzionato.

 Mi hai detto che devo essere buona, ma non credo che porti lontano essere buoni, credo  che fare qualcosa di buono faccia la vera differenza. 

Quello che di buono riesco a fare è scrivere. Buono per me, mi fa stare bene, e buono per te. 

Ti svelo un segreto, se sai riconoscerle le parole diventano al bisogno ponti, passerelle, porti, zattere, diventano fatti e sono fatti di cuore e di speranza. 

Per  questo  ti ho scritto un baule di lettere. 


Oggi vorrei chiamarti, ma non credo possa portare a qualcosa di buono, così prendo tutto quello che di te mi manca e lo metto nel baule di lettere che hai rispedito al mittente. 

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