Nodi
“È una di quelle persone che se la lega al dito!”,
ma cosa esattamente?! La rabbia, il rancore, l’astio, il veleno…
Ma poi perché dovremo tenerci a mente, legandocele, le cose brutte quando già fatichiamo a ricordarci quelle belle, quando ancora abbiamo bisogno di un anello che ci ricordi chi ha il nostro cuore. Beh, se la nostra testa ha un limite massimo di capienza, ci converrebbe cercare di riempirla di ricordi felici, risate, profumi, colori e super alcolici.
Come in tutte le cose il giusto è sempre lì nel mezzo, tra il mondo fatato del “peace and love” e la Terra dei Goblin; non va bene essere sempre Madre Teresa, ma non va bene nemmeno coltivare vendetta come verza nell’orto.
Bisogna darsi tempo, darsi malati, e non pretendere lo stesso tempo di guarigione da sgambetti e da pugnalate.
Io credo di essere diventata un buon medico di me stessa e riuscire a darmi i giusti giorni di malattia, a volte ho tempi di guarigione lourdelliani.
Vorrei pedalare leggera e quindi ho smesso di portarmi nello zaino rabbia e rancore, sono una con cui si fa pace velocemente, ho scelto di essere così per chi ne vale la pena esserlo, ma sono anche una che cambia strada se vede esserci troppe buche e rischio di foratura.
Ricordare ci permette semplicemente di non fare gli stessi errori, di non dare fiducia a chi non la merita e amore a tutte le ore, ma perdonare ci serve, perdonare è come un dimenticare con intelligenza.
Dare il giusto peso a cose che un peso specifico non l’hanno, ricordare che le persone non sono perfette e che anche noi siamo in quel gruppo, che il “è colpa del mio carattere…”, è da limitati.
Carattere non è il nome dell’alieno che hai dentro e ogni tanto viene fuori, il carattere è roba tua, SEI TU.
Se vuoi darti una possibilità, se vuoi far spazio al bello, prendi “Carattere”, insegnagli a slegare tutti quei cordoncini annodati che hai attorno alle dita e poi offrigli il suo piatto preferito. Si, è anche il tuo.
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