Una fetta di pace
In giro c’è una terribile influenza, ti entra nelle ossa, in testa e ti aggredisce a colpi di martello. L’hanno incontrata Giulio ed i suoi 35 chili.
La cucina da ieri rimane aperta h 24, ogni desiderio viene realizzato; sembro la nonna, sempre preoccupata per la mia magrezza che mi proponeva di tutto pur di vedermi mangiare.
Ma Giulio ora è troppo impegnato a lottare contro il suo virus, lo vuole far fuori utilizzando un super potere, il calore, così supera i 39 gradi e diventa di fuoco. Lui drago e io pompiere: scoprilo, via i calzini, fallo bere, acqua, tanta acqua, passagli un asciugamano fresco sulla fronte, dietro al collo, sui polsi, la borsa del ghiaccio, la medicina…si, pure dottore al bisogno e poco omeopata. ( quando ci vuole, ci vuole)
In un attimo questo adolescente che solitamente mi snobba mi butta le braccia al collo…”mammaaaa, grazie mammaaa...”, grazie mi dice.
Queste sono solo piccole battaglie a fuoco domestico, difficoltà che però danno tempo e diventano un’occasione alla riflessione.
E così penso a chi il fuoco, quello vero, lo affronta da oltre un mese, a chi di domestico non ha più nulla, a chi le martellate le prende da altri uomini, a chi la guerra non la guarda da dentro una casa perché la guerra la casa gliel’ha portata via.
E noi, fortunati e stupidi che inventiamo battaglie, nutriamo rabbie, edifichiamo rancori, infiocchettiamo silenzi, noi dovremo perderci nel campo della vergogna e iniziare a seminare fiori.
P.s.
Appena sarai guarito la promozione, “all you can eat”, terminerà, e la cucina metterà i sigilli in orari stabiliti. Con amore, la mamma
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