Settembre
Sono giorni particolari in cui non mi voglio sbilanciare. È difficile non scrivere quando hai tanto da raccontare, ma a volte è quasi necessario conservare un po’ di parole per noi stessi, depositarle su un foglio, in un quaderno, dietro ad uno scontrino e nascondere tutto nel secondo cassetto del bancone in cucina.
A volte vorrei scrivere più di fantasia, credo di possederne, ma questa realtà in cui nuoto, galleggio e vivo è già talmente ricca di cose che poi sarebbe un casino filtrare e/o mescolare. Ho bisogno di alleggerire, non di caricare.
È bellissimo svegliarsi nel cuore della notte in cerca di una coperta, ributtarsi a letto e godere di quel leggero tepore che il corpo aveva creato in quell’angolo di letto, avvolgersi tipo mummia e tornare a dormire guardando le finestre spalancate e stellate. È bellissimo.
È bellissimo fare nuovi propositi, perdere l’abbronzatura, farsi una scrub, tagliarsi i capelli, estirpare le erbacce, piantare i finocchi, osservare le foglie che sanno già tutto e non hanno paura, annusare l’aria, guardare i nuovi libri di scuola e tutto il loro potenziale, pensare alla dieta, leggere ricette e farsi venire fame di vita. È tutto così bellissimo.
Una volta non mi piaceva per niente l’autunno, ora forse è la mia stagione preferita, la stagione in cui si lascia andare, dopo l’estate che è la stagione in cui ci si lascia andare. È la stagione delle scelte, delle impostazioni, delle traiettorie, la stagione della ripartenza e del Barbour.
Ho bisogno di un po’ d’autunno, il nostro primo autunno.
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