Ciambelle e Salvagenti
Quando c’è un po’ di maretta, e mai come nel nostro caso è più adatto questo termine, uno si autoconvince di avere ragione e che l’altro sia uno stronzo, aggrappandosi a ricordi antipatici, al brutto ed al cattivo.
Sono a letto da giorni, ho la febbre e mal di schiena, forse anche il morbillo ma non si vede. Oggi mi sono alzata per andare dal dottore e sono passata davanti a Franchini, il panificio Franchini, il top della city. Ogni volta che ci passo davanti c’è la fila che arriva fuori e così non mi fermo mai. Fortuna che ho amiche molto più pazienti di me. L’unica volta che ci sono entrata, e mi sono fatta mezz’ora di fila, è stato con H. in uno dei nostri primi incontri. L’avevo recuperato in stazione, era tutto bello in blu, ben vestito e profumato, era un piacere portarselo a casa, come un regalo inatteso. Ero molto felice.
Passando davanti al panificio e mostrandogli la fila gli dissi : “Guarda, quello è il panificio più buono della città!”, lui mi chiese di tornare indietro e in tre secondi si mise in fila. Mi arresi, parcheggiai e lo raggiunsi. Quando finalmente toccó a noi entrammo insieme, - veramente può entrare uno alla volt - , ci disse la commessa un po’ scocciata. Io feci qualche passo indietro per entrare nel tondo disegnato in terra e appoggiando la schiena al petto del mio regalo risposi sorridendo: ” ma noi siamo una cosa sola!”. Erano i nostri primi contatti e mi piaceva provocarlo, strusciarmi come una gattina, abbracciarlo dal niente, baciarlo a tradimento.
A quel punto la fornaia docente di vita ci fece un breve trattato sull’amore: - l’amore inizia ma poi finisce, all’inizio è tutto bello ma poi negli anni diventa tutto brutto e ci si lascia-, io ci rimasi molto male e per un attimo mi ammutolì. Come si permetteva?!
H., che non aveva afferrato tutto tutto perché la signorina si esprimeva un po’ in italiano e un po’ in dialetto, mi chiese sbalordito spiegazioni, non si capacitava sul fatto che quella mi avesse messo a tacere. Così, tra un arabo e un montanaro, le dissi che noi ci eravamo scelti in età adulta proprio per avere più chance di durata; in fondo la vita finisce, certezza, l’amore potrebbe farlo, dubbio. Probabilmente non capì nulla di quello che volevo dire, con tutta la farina che si respirerà, ma deve aver visto la paura nei miei occhi e così scusandosi ci regaló due ciambelline al cioccolato. Tante volte H., quando straparlo, mi dice che chiama la sua amica fornaia.
Comunque oggi sono arrivata dal dottore e c'era la fila anche lì, e senza ciambelle, ma con una diagnosi limpida e utile come un salvagente: “ l’amore, soltanto l’amore può farti guarire”.
I ricordi felici sanno di ciambelle al cioccolato, aggrappiamoci a questi che ci aiutano a galleggiare e non agli altri che ci fanno affondare.
Commenti
Posta un commento