20 luglio


 Vorrei essere una di quelle donne che ci mette cinque  secondi a fare le valigie, che apre gli armadi e tack,  due cose a caso, le tira in una borsa e via. Io ci metto settimane, sono maniacale, vorrei mollare ma la mia testa funziona così.  Tutto inizia almeno 15 giorni prima della partenza, tutto ciò che di papabile potrebbe servirmi finisce in lavatrice. Gli ultimi giorni mi presento in ufficio con capi improponibili, capi che appunto non verrebbero mai con me in vacanza. Lavo di tutto: borse, scarpe, ciabatte, zaini, pinne, stole, bracciali, elastici per capelli, tutto deve essere pronto per poter essere scelto. Fino alla fine voglio poter scegliere, quindi non solo lavo ma stiro cose che nel quotidiano avrei solo piegato. 

Ovviamente studio i look, ci ragiono un minimo in modo da non portare cose troppo simili o troppo diverse, guardo anche il meteo ma raramente ci capiamo. L’anno che ero stata leggera in montagna ad agosto abbiamo beccato la neve; i giubbotti li abbiamo comprati là. Gli ultimi tre giorni inizio a fare mucchietti di vestiti e oggetti utili in ogni angolo di casa. Otto mi osserva in questo mio delirio e inizia a preoccuparsi. Cami ha fatto la sua valigia, Giulio dice che ci pensa domani. 

Spesso mi accorgo di aver smarrito cose, cianfrusaglie, mi ripeto salterà fuori, ma continuo a pensarci, non riesco a scrollare le spalle, a dire fanculo, a dire lo ritroverò, lo ricomprerò, e così cerco, rovisto e devo ammettere che spesso trovo e ritrovo e la gioia di quel momento, 4 secondi, mi fa vibrare. E poi scelgo, vieni con me o non vieni con me?! 



 

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