2 luglio
Quando fa molto caldo, come oggi, capita che la mente ti riporti ad un ricordo molto freddo, e anche il contrario. Oggi fuori c’erano quasi 40 grandi e dentro di me 38, la vespa che mi ha punto doveva avere qualche accidente e deve avermelo attaccato tutto.
Per un attimo sono tornata al primo gennaio, alla gelida mattina del primo giorno dell’anno in cui tra neve e rovi trovai la lanterna magica. La tua lanterna.
Avevo la febbre anche a capodanno ma mi ero promessa che il primo gennaio sarei uscita a raccogliere il Calycanthus e così dovevo fare, non potevo raccontarmi già delle cazzate all’1/01.
Tu, il 31 a mezzanotte, mi mandasti la foto della tua lanterna e scherzando dicesti che sarebbe arrivata da me; Marche-Romagna, Covid-free, no coprifuoco, no zona rossa, il cielo è blu e sempre sarà.
Così in pigiama e vestaglia, mi avvolsi nella coperta e andai a raccogliere i miei fiori. Iniziava a nevicare e c’era un vento gelido che ti tagliava la pelle, dopo circa 10 minuti di camminata veloce arrivai al vialetto di Calycanthus. Non riuscivo a mettere a fuoco ma qualcosa si muoveva tra quei rami secchi ricoperti di fiori gialli, qualcosa, oltre al profumo, riempiva l’aria. Era la tua lanterna, piena di desideri, la tua lanterna era arrivata da me per farsi conoscere ed era rimasta anche lei incantata dal vialetto di quei piccoli capolavori.
La liberai, feci uscire tutti i desideri, qualcuno me lo misi in tasca, un paio dentro il pigiama e uno lo soffiai al mittente con un messaggio. Non mi hai mai detto se ti é tornato indietro.
Dovrei sistemare i verbi, rileggere, correggere, ma voglio vedere con Giulio un po’ di partita.
Baci
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