19 luglio


 Oggi mi si è rotta per la seconda volta la mia tazza preferita, l’avevo lasciata nel lavandino e sbadatamente con un tegame gli ho staccato il manico. È una porcellana antica, inglese, molto grande, ci sta tanto te verde e tanto cappuccino. Me l’ha regalata Giovanna per i miei quarant’anni, l’ho da poco infatti, solo tre anni, ma è diventata da subito la mia tazza preferita. 

Oggi ho capito che a parte la candeggina dovrebbero smettere di vendermi anche l’Attak, ogni volta un casino. Mi incollo un po’ di pelle, mi cade una goccia suo piano in marmo, incollo storto, non incollo ma creo croste e così via. Forse con la candeggina ho fatto anche danni peggiori. 

Mio nonno, Alvaro, detto Eno, era il mago degli incollamenti. Io non so come facesse con quelle dita ciccione e tozze a fare dei lavori chirurgici di quel tipo. Ogni volta che si rompeva qualcosa, qualsiasi cosa, tu la portavi da lui e non era più rotta. Tutto quello che si poteva aggiustare, non solo incollare, il nonno lo aggiustava. Quindi non era più rotto. 

Ora la tazza l’ho quasi aggiustata, la userò solo la domenica e con molta cura e grazia, e grazie a Dio sono riuscita a staccare il pollice. 


In foto alcune tazze della mia collezione; non le uso quasi mai, sono poco capienti. 


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