16 luglio


 16 luglio, sedici ore con te.

Faccio fatica a mettere in fila i pensieri. Ora sono a casa, davanti alla finestra, c'è un bel vento fresco che entra e mi si appoggia sulla faccia bollente, il vaccino questa volta si fa sentire.

Ieri quando sono arrivata ero agitata e anche molto stanca. Tutto il casino fatto per raggiungerti, ribaltare un giorno, scambiare appuntamenti, incastrare pezzi di vita, chiedere favori per Otto, chiedere aiuto per i ragazzi, e io odio chiedere. Chissà se tu riesci a vedere dal tuo punto di vista, il mio.

Volevo quasi prerarmi qualcosa d'amore da dirti, ma non stavo nella pelle per l'emozione, avevo  solo voglia di abbracciarti ed essere abbracciata. Ci hai pensato tu,  non ho fatto in tempo a scendere dalla macchina che dal balcone mi hai rimproverata per il parcheggio. Indossavi la maschera del burbero rompipalle ma per fortuna ci ha pensato Ettore a farmi una super festa, lui non ha paura di mostrare i propri sentimenti. Ci sono voluti forse 45 secondi per riconoscerci, per ritrovare tutti i colori che nascondono i nostri occhi, ricordare i profumi che fino ad un mese fa ne formavano uno unico. Non dico che ci fosse imbarazzo ma siamo anche abbastanza grandi da capire che nessuno dei due dava per scontato l'altro. Neanche ora che siamo in tempi di saldi. 

 Sedici ore fitte di vita. 

Mi è piaciuto venire a cena a casa dei tuoi amici, vedere che c'è qualcuno che ti tiene perfettamente testa, qualcuno che si permette di prenderti in giro e ridere assieme a te. Ti saresti schiacciato un dito nella porta quando ti hanno fatto notare che ti eri dimenticato le patatine e sono sicura, che se non ci fossi stata io, saresti uscito a comprarle. 

Mi è piaciuto anche accompagnarti all’appuntamento di lavoro, aspettarti 15 minuti e scoprire che stavano  diventando 65. ( vederti uscire da quell’ufficio sorridente mi ha fatto felice)

Mi piace fare cose con te, anche non fare niente con te, diciamo che si basa tutto sulla tua presenza. Per quello soffro molto la tua assenza. 

Quando finalmente avevamo lavato via questo mese abbondante di lontananza, quando stavamo ritornando alla confidenza, ai ritmi, quando avevi ricominciato ad accarezzarmi le gambe in vespa e a darmi quel senso di casa,  quando finalmente avevamo ritrovato quel noi, li nella tua cucina,  il tempo a nostra disposizione era finito. Sedici ore, poco più di mezza giornata con un po’ di notte dentro. 

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