11 giugno
Sono in cucina che colaziono con mirtilli, cioccolato e pinoli tostati, quanti pinoli io abbia fatto fuori in questo anno, uno non lo crede. Li metti nella padella, ti giri un attimo a prendere una cosa e loro sono carbonizzati. Questa colazione me l’ha insegnata Chiara; l’originale prevede more selvatiche, ricordo perfettamente quando mi ha regalato quel cestino di bacche appena raccolte. Da quel dì, frutta a colazione. Ma poi, perché possiamo dire pranzare e cenare e non esiste colazionare , “ ciao, cosa fai ?!” -Colaziono!-, che non mi vengano a dire che è il pasto più importante della giornata e così poco alfabetizzato. Negli anni ho anche scoperto che quelli che non fanno colazione, e fateci caso, sono un po’ strani. Io l’amo.
Il nostro primo incontro si è basato, innalzato, piantato, eretto, proprio su una colazione, e c’erano i mirtilli. Solo i mirtilli.
Ero così emozionata per quella sorpresa alle 4 della mattina che avevo bisogno di stare seduta, e in più avevo il terrore che se vi avessi girato le spalle, Otto ti avrebbe sbranato. Otto non sapeva che ci sentivamo da mesi e non potevamo vederci, che fuori dal giardino era zona rossa, che eri un’amico fidato e con lettera di raccomandazione. Per lui eri uno sconosciuto con una verità traballante “Selvaggia starai dormendo, rientro ora da Bologna, mi fermo a lasciarti una cosa al cancello”.
Ora che ti conosco so che era la verità.
Ora che ti conosco un po’ e inizio a comprendere il tuo grado di discrezione/timidezza/riservatezza, mi chiedo dove tu abbia trovato il coraggio, l’audacia, la sfrontatezza di fare quello slancio verso di me. Ed io, il coraggio, l’audacia, la sfrontatezza di farmi vedere in pigiama, struccata, spettinata e con Ugg.
Tra battute ed occhiate ci siamo studiati e spiati, è iniziata così la nostra storia d’amor, colazionando.
P.S.
“Comandate, visto che segretona?! Non ho detto cosa mi avevi portato.”
Commenti
Posta un commento